Il cammino neocatecumenale è un esperienza di riscoperta del proprio battesimo.
Nella Chiesa primitiva, quando il mondo era pagano, chi voleva farsi cristiano doveva iniziare un «catecumenato», che era un itinerario di formazione per prepararsi al Battesimo. Oggi il processo di secolarizzazione ha portato tanta gente ad abbandonare la fede e la Chiesa: per questo è necessario un itinerario di formazione al cristianesimo.
Il Cammino Neocatecumenale non è un movimento o un'associazione, ma uno strumento nelle parrocchie al servizio dei Vescovi per riportare alla fede tanta gente che l'ha abbandonata.
Iniziato negli anni '60 in uno dei sobborghi più poveri di Madrid da Kiko Argúello e da Carmen Hernandez, venne promosso dall'allora Arcivescovo di Madrid, Casimiro Morcillo, che constatò in quel primo gruppo una vera riscoperta della Parola di Dio ed un'attuazione pratica del rinnovamento liturgico promosso proprio in quegli anni dal Concilio.
Vista la positiva esperienza nelle parrocchie di Madrid e di Roma, nel 1974 la Congregazione per il Culto Divino indicò il nome di Cammino Neocatecumenale per questa esperienza.
Si tratta di un cammino di conversione attraverso il quale si possono riscoprire le ricchezze del Battesimo.
Il Cammino si è diffuso in più di 900 Diocesi di 105 Nazioni, con oltre 20 mila comunità in 6.000 parrocchie.
Nel 1987 è stato aperto a Roma il Seminario missionario internazionale «Redemptoris Mater» che ospita giovani che hanno maturato la loro vocazione in una comunità neocatecumenale e che si rendono disponibili ad andare in tutto il mondo. Successivamente molti Vescovi hanno seguito l'esperienza di Roma e oggi nel mondo ci sono 105 seminari diocesani missionari «Redemptoris Mater» dove si stanno formando tantissimi seminaristi. Un seminario Redemptoris Mater è presente anche nella diocesi di Trieste.
In risposta all'appello dell'allora Papa Giovanni Paolo II per la nuova evangelizzazione, molte famiglie che hanno percorso il Cammino si offrono per aiutare la missione della Chiesa andando a vivere nelle zone più secolarizzate e scristianizzate del mondo, preparando la nascita di nuove parrocchie missionarie.
Molto sinteticamente il primo articolo degli statuti approvati dalla Santa Sede descrive il cammino neocatecumenale
Statuto del Cammino Neocatecumenale
Art. 1
§ 1. La natura del Cammino Neocatecumenale viene definita da S.S. Giovanni Paolo II quando scrive: "Riconosco il Cammino Neocatecumenale come un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni"
§ 2. Il Cammino Neocatecumenale è al servizio del Vescovo come una delle modalità di attuazione diocesana dell'iniziazione cristiana e dell'educazione permanente della fede.
§ 3. Il Cammino neocatecumenale, dotato di personalità giuridica pubblica, consta di un insieme di beni spirituali:
- il "Neocatecumenato", o catecumenato post-battesimale;
- l'educazione permanente della fede;
- il catecumenato;
- il servizio della catechesi.
Il papa San Giovanni Paolo II ha definito il cammino neocatecumenale come un percorso di fede valido per i tempi odierni. Sempre moderno è Cristo! Il catecumenato non è altro che il percorso che la chiesa primitiva verificava fosse stato fatto prima di dare il battesimo .
Il carisma principale del cammino è vivere la vita cristiana basandosi su un tripode : parola, liturgia, comunità.
Questo tripode aiuta ad evangelizzare e a scoprire che ciò che gratuitamente hai ricevuto gratuitamente lo puoi dare, rivolgendosi a credenti ma anche ai lontani. In sintesi a scoprire che Dio ti ama .
Nella nostra parrocchia il cammino è presente dal 1973 con la nascita della prima comunità, negli anni si sono formate altre comunità e ad oggi ne sono presenti cinque.
Sito ufficiale del cammino neocatecumenale: www.camminoneocatecumenale.it
Responsabile nella parrocchia per il cammino neocatecumenale :
Alessandro Cocco
GMG – CRACOVIA 2016
Un'esperienza faticosa e stancante? Sì, potremmo anche riassumerla così... ma non è tutto...
Il pellegrinaggio vissuto da noi ragazzi delle comunità neocatecumenali di Gretta, insieme a quelle di Muggia e Opicina è iniziato il 23 luglio alle ore 05:30 (un po' prestino forse).
Due pullman ci hanno accompagnati nei successivi 12 impegnativi giorni: sveglia alle 07:00, partenza con i pullman alle 08:00, lodi, questionari, catechesi e tante, ma tante ore di viaggio. Ogni giorno raggiungevamo nuove città e perciò nuove tappe: campo di concentramento di Mauthausen, Ceské Budejovice (CZ), Praga, Berlino, Varsavia, Santuario della Madonna Nera di Częstochowa, Katowice (PL) e finalmente Cracovia! Lì si è svolta la Giornata Mondiale della Gioventù con il Papa al Campus Misericordiae, dove abbiamo dormito la notte del 30 assieme ad altri 2 milioni di ragazzi. Il primo agosto siamo tornati al Campus per l'incontro con i fondatori del cammino neocatecumenale, Kiko Arguello e Padre Mario, dove si sono anche tenute le alzate. In quel momento tutti coloro che sentivano la chiamata del Signore potevano alzarsi in piedi e raggiungere il palco, e con questo piccolo gesto aprire le porte ad una vita di presbiterato, monastero o per le famiglie ad un' itineranza.
Durante il viaggio di ritorno abbiamo visitato i campi di sterminio di Auschwitz in Polonia, mentre in Repubblica Ceca la Basilica dei Santi Cirillo e Metodio a Velehrad e la città di Brno.
Le missioni nelle piazze principali delle città, in cui evangelizzavamo i passanti annunciando loro l'amore di Dio ha anche accresciuto la nostra fede. Inoltre la felicità delle famiglie di Varsavia e Katowice nell'accoglierci nelle loro case ci ha fatti sentire a nostro agio pur essendo perfetti sconosciuti,e questo ci ha colpito molto.
Il tema affrontato nel corso del pellegrinaggio è stato quello della Misericordia, l'argomento principale di quest'anno giubilare. Lo scopo era quello di proclamare appunto questa Misericordia del Signore, che instancabilmente ci perdona sempre.
Ma chi ce lo ha fatto fare? Svegliarci presto la mattina per poi star seduti in pullman per ore, cercare di comunicare con estranei in diverse lingue e camminare diversi chilometri tra una marea di persone sotto ad un sole spaccapietre mangiando ininterrottamente panini alquanto strani? E perché nonostante tutto ciò noi siamo stati e siamo ancora infinitamente felici dell'esperienza vissuta?
Tante cose, come queste, per capirle veramente bisogna viverle, come la gioia che ci veniva dallo stare a contatto con il Signore ogni giorno e scoprire che con lui si stava veramente bene e dava comunione fra di noi (per esempio con la celebrazione quotidiana dell’ Eucarestia, ma non solo).
Certamente questo non sempre l'abbiamo fatto di nostra spontanea volontà, ma è tutto merito di Dio che ha dato forza ai nostri catechisti, presbiteri e seminaristi, che ci hanno fatto capire quanto Lui ci ami rendendoci testimoni del Suo amore.
Ale, Kekka e Tere