CHI SIAMO: breve storia.
L'Ordine Secolare è un'associazione di fedeli laici e parte integrante dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, presente a Trieste dal 1936, anno della sua Erezione Canonica (14 settembre). La nostra Comunità nasce però molto prima, l'8 dicembre 1922, quando Elvira Babich fece, nella chiesa della Beata Vergine del Soccorso, la sua promessa, fondando così il Terz' Ordine dedicato alla "Beata Vergine Maria del Monte Carmelo e della Santa Madre Teresa di Gesù", (come descritto nel verbale redatto dalla nostra consorella Elvira). Nel 1924 il parroco di allora fece eseguire dal pittore Carlo Molinari il grande dipinto della Madonna del Carmine sull'arcata interna della chiesa. Su "Vita Nuova" di quegli anni sono riportate le varie riunioni, in chiesa, del Terz' Ordine Carmelitano. Elvira Babich, innamorata della Madonna del Carmine e della nostra Santa Madre Teresa di Gesù, volle, per meglio conoscerne la spiritualità, recarsi a Milano per un Corso di Esercizi Spirituali tenuto da un Padre Carmelitano. Elvira colse l'occasione per domandargli come far venire i Carmelitani a Trieste. Il Padre la indirizzò alla sede della Provincia Veneta, che si trovava a Venezia, e lì essa parlò con il Padre Provinciale, il quale le suggerì di trovare a Trieste una zona senza chiesa e poi di cercare un'abitazione per i Padri che sarebbero venuti. Tornata a Trieste, Elvira scopri che nel rione di Gretta mancava la chiesa. Trovò poi anche la casa in una viuzza di Gretta di Sotto: una casa a due piani, con povere stanzette ed una piccola cucina. Al piano terreno venne preparata la cappella con pochi banchi donati da un'altra chiesa. Nella domenica del 29 dicembre1935, tre Padri Carmelitani ed un confratello si stabilirono a Trieste in Gretta di Sotto al n.152, accolti dal fervore della popolazione e dai cinquantatre terziari, sia uomini che donne.
LE ORIGINI DEI CARMELITANI
Non si può parlare della "riforma" se non si conosce il motivo per cui S.Teresa l'ha fatta.
Agli inizi dell'anno mille alcuni crociati e pellegrini, percorrendo la strada litoranea piuttosto che l'interno, passando sotto il promontorio del Monte Carmelo si ricordarono che venti secoli prima il profeta Elia aveva pregato e combattuto per difendere il monoteismo d'Israele. Il pendio del Monte Carmelo, verso il mare, è solcato da corsi d'acqua stagionali, detti wadi o uadi. Uno di questi è il Wadi es-Siah, presso la sorgente detta di Elia, e la si stabilirono. Oggi il sito è abbandonato e in declino, ma tutto l'Ordine ha contribuito economicamente per la sua ristrutturazione. La loro vita era semplice e fraterna. Ciascuno per conto suo pregava e lavorava artigianalmente e coltivando la terra. Il sabato e la domenica però si radunavano per la liturgia comune. Erano ligi alle idee fondamentali dell'ascesi eremitica, praticata allora in Europa e in Palestina. I tempi cambiarono e nacquero difficoltà che portarono gli eremiti a chiedere una Regola di vita all'allora Patriarca di Gerusalemme, Alberto Avogadro, già Vescovo di Vercelli (Festa per l'Ordine: 17 settembre).
La nostra tradizione, dunque, è raccolta nella primitiva Regola di Sant'Alberto, il quale la stilò tra il 1206 e il 1214, anno della sua morte. La Regola limitava la loro libertà, ma garantiva un riconoscimento e un'assistenza da parte delle istituzioni pubbliche, oltre alla stabilità, alla legalità e alla protezione della Chiesa. Con l'avanzare dell'Islam, Gerusalemme tornò nelle mani dei maomettani d'Egitto (1244), e gli eremiti decisero di tornare in Europa. Qui incontrarono difficoltà di ambientazione: in Europa erano sorti molti ordini mendicanti (Francescani, Domenicani, Servi di Maria) e loro apparivano monaci stranieri e con una regola non approvata dal Concilio Lateranense IV. Dopo varie vicissitudini la Regola venne modificata in modo consistente e presentata a Innocenzo IV "dichiarata, corretta e mitigata", il quale la approvava con la bolla "Quae honorem conditoris omnium" (1.10.1247), e nella quale riconobbe Alberto legislatore dei Carmelitani. Due secoli dopo, ad opera di papa Eugenio IV, la Regola ricevette una nuova e consistente modifica di "mitigazione"(15.2.1432) con la bolla "Romani Pontificis providentia".
LA RIFORMA
Nel 1562 S.Teresa fonda il suo primo monastero, dedicato a S.Giuseppe: la causa sono le "Guerre di religione" operate dai luterani in Francia, lo svuotamento e la chiusura dei monasteri, le profanazioni dell'Eucarestia. Per lei tutto questo fu motivo di grande angoscia. Teresa, monaca di clausura, si sentiva impotente davanti al dramma che vivevano le popolazioni e la Chiesa: cosa fare per porre rimedio a tanto dolore e a tanta perdita di anime? In tempi difficili e fragili la soluzione era, per Teresa, tornare alle origini e per lei era tornare alla Regola di Sant'Alberto così come lui l'aveva concepita per gli eremiti del Monte Carmelo."Avendo Gesù tanti nemici e così pochi amici", Teresa venne nella determinazione di "osservare i consigli evangelici con ogni possibile perfezione, e procurare che facessero altrettanto le poche religiose di questa casa". S.Teresa volle che si preghasse poi "per i difensori della Chiesa, per i predicatori e per i dotti che la sostengono". S.Teresa lascerà la regola "mitigata" seguita da altre monache, che da quel momento si chiameranno "scalze".
LA SPIRITUALITA' di S.Teresa
Nel libro"Vita", o "Il libro delle misericordie di Dio" come amava definirlo S.Teresa, essa racconta: "Mi hanno imposto e data ampia licenza di scrivere il mio modo di orazione e le grazie che Dio mi ha fatto". In "Cammino di perfezione" essa continua a spiegare l'orazione partendo dalle origini: osservare la Regola, l'amore verso il Signore e verso il prossimo, da consigli per chi inizia a fare orazione. In "Castello interiore" o "Mansioni", essa parla della bellezza e dignità dell'anima umana, la paragona ad "un castello fatto di un sol diamante o di un tersissimo cristallo". Innamorata di Dio, perché consapevole dell'amore di Dio per lei, scrive delle poesie profondamente intense. Nelle sue lettere, soprattutto ai laici, troviamo tanto equilibrio e sapienza pratica, mai esaltata, molto umana e concreta, ma anche spiritosa ed ironica.
A Santa Teresa si aggiunse la dottrina di S.Giovanni della Croce, il quale per riformare il ramo maschile del Carmelo subì anche la prigionia, durante la quale scrisse "Salita al Monte Carmelo". Teologo profondo, seppe penetrare e spiegare ciò che succede quando un' anima si incontra con Dio e lo segue, a qualunque costo.
Dalla Lettera Apostolica "Maestro nella fede" di S. Giovanni Paolo II: "Quale benedizione sarebbe incontrare la parola e la vita del Santo carmelitano incarnate e personificate in ogni figlio e figlia del Carmelo! Così lo hanno fatto tante sorelle e fratelli vostri che, nell'arco di quattro secoli, hanno saputo vivere l'intimità con Dio, la mortificazione, la fedeltà alla preghiera, l'aiuto spirituale fraterno, incluso le notti oscure della fede. Di loro, Giovanni della Croce è stato maestro e modello con la sua vita e i suoi scritti". Più avanti scrive: "Proseguite, quindi, a cercare con impegno, mie carissime Carmelitane Scalze, sparse per il mondo intero, questo amore puro della intimità con Dio, che tanto feconda rende la vostra vita nella Chiesa". Ancora "Desidero invitate i figli e le figlie del Carmelo, i cristiani della sua patria, la Spagna, così come quanti cercano Dio per le strade della bellezza, della teologia, della contemplazione, che ascoltino la sua testimonianza di fede e di vita evangelica, perché si sentano attratti, come lui, dalla bellezza di Dio e dall'amore del Cristo, l'Amato".
Nel Carmelo Teresiano ci sono santi e sante, ciascuno dei quali ha espresso in modo unico e personale la spiritualità di S.Teresa e di S.Giovanni della Croce: S.Teresa del Bambino Gesù e Volto Santo, B. Elisabetta della Trinità, S. Raffaele Kalinovski, S. Teresa Benedetta della Croce, la Beata Josefa Naval Gìrbes, membro del Terz'Ordine a Valenza (Spagna 1820-1893 - per l'Ordine m.f. 6 novembre) e molti altri.
Il profeta Elia rappresenta la tradizione del Carmelo: egli ci ispira a vivere alla "presenza del Signore", cercandolo nella solitudine e nel silenzio, meditando ogni giorno la Parola di Dio. Da lui il motto dei Carmelitani "Zelo zelatus sum pro Domino Deo exercituum" : "Ardo di zelo per il Signore Dio degli eserciti".
S.Teresa ci esorta a vivere in "amicizia" con "Colui dal quale sappiamo di essere amati".
S.Giovanni della Croce, che si unì a lei per riformare il ramo maschile dei calzati o "mitigati", ci insegna ad essere vigilanti nella pratica della fede, della speranza e dell'amore, guidando il secolare verso la vera libertà dei figli di Dio.
L'episodio del Vangelo delle sorelle Marta e Maria, ci aiutano a cercare e a trovare l'equilibrio fra l'azione e la preghiera.
Possiamo continuare:
S. Teresa Margherita Redi contemplativa sulla parola "Dio è amore"; Lorenzo della Risurrezione, il servo vigilante della "Presenza di Dio"; la Beata Josefa Naval Girbés, che considerava la sua parrocchia come "madre nella fede"; Hermann Cohen che nell'Eucaristia trova quel "sole" che è Dio; la Beata Elisabetta della Trinità dove i suoi "Tre" sono il suo "tutto"; S.Teresa di Lisieux trova che la sua vocazione nella Chiesa è l'"Amore" ; S. Teresa Benedetta della Croce vive la "scienza della croce"; i genitori di S.Teresa di Lisieux, i Santi Zelia e Luigi Martin, uniti nel loro desiderio di "santità". Ognuno di questi santi e altri ancora hanno trovato, amato e custodito dentro di sé l'Incanto: Dio.
LA VOCAZIONE: "Non voi avete scelto me, ma Io ho scelto voi".
C'è un fatto di grazia, difficile da spiegare, ma che come comunità abbiamo constatato: esistono delle "sintonie spirituali", per cui ciascuna di noi ha trovato la sua "Patria spirituale", dove scelte intime e profonde hanno portato a rispondere "Eccomi". Aiutati dai santi carmelitani, ricchi di dottrina, i secolari sono legati ad una "dinamica spirituale", tolta la quale non hanno nessuno scopo di esistere. Ogni laico è chiamato alla perfezione della carità e alla santità, così come voluto dal Concilio, e le famiglie religiose, qualunque esse siano, hanno il compito di trasmettere il loro particolare carisma aiutando i laici nella loro "vocazione".
Essere carmelitani vuol dire "avere il senso della Chiesa", avere "passione" per la Chiesa, perché essa è "sposa di Cristo": "figlie mie, sappiate che, se tutte le vostre preghiere, tutti i vostri sacrifici, tutte le vostre penitenze, non serviranno per la Chiesa, voi non realizzerete la vostra vocazione" (Cammino 1,5).
Il secolare viene chiamato a vivere in ossequio di Gesù Cristo, attraverso "l'amicizia con Colui dal quale sappiamo di essere amati", servendo la Chiesa. Insieme con Maria SS. e sotto la sua protezione, ispirati dai santi riformatori e alla tradizione biblica del profeta Elia, noi secolari cerchiamo di approfondire gli impegni cristiani ricevuti il giorno del battesimo. La Vergine Maria è per noi l'esempio da imitare: Ella conservava e meditava nel cuore la vita e le azioni del Figlio. Maria è esempio di raccoglimento, di ascolto, di contemplazione, di preghiera, di intercessione e di servizio apostolico. Il secolare cerca di imitarla sia nell'ascolto che nella meditazione quotidiana della Parola di Dio, nella preghiera della Liturgia delle Ore e nell' amore verso il prossimo, ciascuno secondo le proprie possibilità ed attitudini. Insieme con Maria SS. veneriamo S.Giuseppe, Patrono dell'Ordine, custode della sacralità di ogni comunità e nostro maestro di orazione, di silenzio, di obbedienza .
Essere secolari carmelitani significa, inoltre, vivere in una comunità unita dalla promessa a Dio, ai Superiori dell'Ordine e ai fratelli e sorelle presenti, di vivere i consigli evangelici di castità : "Beati i puri di cuore perchè vedranno Dio", è l'impegno di vivere l'amore cristiano, sia nella sua
dimensione personale che sociale; la "povertà", che è l'uso evangelico dei propri beni, dei talenti personali e l'esercizio delle proprie responsabilità, mettendosi con fiducia nelle mani di Dio; l'"obbedienza" che ci impegna a vivere aperti alla volontà di Dio, "nel quale viviamo, ci muoviamo ed esistiamo", negli avvenimenti della nostra vita personale e sociale. Poi le Beatitudini, nelle quali si trova un progetto di vita e anche un modo di relazionarsi con il mondo, con tutti coloro con i quali entriamo in contatto. La nostra testimonianza deve invitare il "mondo" a seguire Gesù Cristo: "Via, Verità e Vita".
Siamo chiamati all'esperienza dell'Amore di Dio, all'incontro della divina Amicizia, per questo, quando ci troviamo insieme, cerchiamo di aiutarci a far maturare il nostro modo di essere per l'incontro con Dio.
LA COMUNITA' SECOLARE
Per S.Teresa è molto importante che le persone che sentono la stessa "chiamata" si riuniscano per condividere, aiutandosi, il cammino di perfezione, ella le chiama "compagnia dei buoni": persone che proprio nei loro limiti e difetti decidono con una "determinata determinazione" di seguire la chiamata di Dio.
LA NOSTRA LEGISLAZIONE
Come scritto più sopra la nostra prima Regola è quella di S. Alberto di Gerusalemme, approvata da Onorio III il 30.1.1226. Leggerla e proiettarla al nostro tempo si scopre quanto essa sia attuale. Seguono le Costituzioni, lo Statuto della Provincia Veneta, la Ratio Institutionis dell'O.C.D.S., l'Iter formativo della Provincia Veneta, oltre all'Assistenza pastorale all'O.C.D.S..
LA NOSTRA COMUNITA'
La Comunità si riunisce con il Padre Assistente un sabato mattina al mese dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e l'incontro è aperto a tutti.
La Comunità si riunisce in media un venerdì al mese con la Presidente, e il Consiglio della Comunità (cinque membri), e vi fanno parte solamente chi ha fatto la promessa definitiva.
Per entrare nell'Ordine Secolare è necessario frequentare con costanza gli incontri con il Padre Assistente, una volta al mese, e fare la Formazione: gli incontri sono mensili e per nove mesi all'anno e questo per cinque anni.
La nostra Comunità Secolare fa parte della Provincia Veneta, con un totale di dieci Comunità. La Comunità partecipa agli Esercizi Spirituali in agosto a Roverè Veronese e ai due Convegni annuali a Verona, uno in ottobre ed uno in marzo-aprile. Negli ultimi due anni sono stati fatti gli Esercizi Spirituali Nazionali in Terra Santa, con base nel Monastero "Stella Maris" sul Monte Carmelo. Al bisogno ci sono corsi di formazione per tutti.
TUTTO a LODE e GLORIA della SANTISSIMA TRINITA'
Vera Ferrini Centi
Presidente