Parrocchia Santa Maria del Carmelo

Trieste - Gretta

san francesco d'assisi pastore e martire

  

_ _ _Una buona lettura favorisce non solo lo spirito ma anche il corpo e il riposo. Vi consigliamo i libri della spiritualità carmelitana, ricchi di sapienza e di spiritualità. In chiesa c’è una vasta gamma di scelta. _ Alla pagina EVENTI sono riportati gli articoli e le foto sulla vita in parrocchia_ dei Carmelitani Scalzi e delle Edizioni OCD_Sul sito della Diocesi ci sono le varie informazioni e appuntamenti_ Chiamati a seguire Gesù Cristo più da vicino: alla pagina OCDS,la testimonianza di una formatrice dell'Ordine_Nella nostra parrocchia si possono trovare dei libri,tutti inerenti alla spiritualità carmelitana,che fanno bene alla nostra anima_ Aiutiamo il centro di accoglienza di via S. Anastasio con la nostra offerta che possiamo depositare in chiesa (al centro della chiesa)_

AVVISI:
  •  giovedì alle ore 17.00 Adorazione Eucaristica in chiesa
  • In chiesa si può ritirare "HA CURA DI VOI",  la lettera pastorale del Vescovo
  • Oratorio: mercoledì dalle ore 16 alle 18.30 
  • Diciamo no ad Halloween, una festa di ignoranza e superstizione. Festeggiamo Tutti i santi e ricordiamo i nostri defunti (l'articolo su questa pagina)
  • Da domenica 9 novembre ricominceranno gli incontri della domenica; il tema proposto quest'anno è "Alla scuola dei Santi"
              






Domenica 2 novembre


Il compleanno di una persona cara è sempre un'occasione speciale per dirle quanto le vogliamo bene, quanto ci teniamo a lei, e il regalo che offriamo è una piccola dimostrazione dell'affetto che abbiamo nei suoi confronti. Così la giornata di oggi, della commemorazione dei defunti, è un'occasione speciale per dire alle persone care che ci hanno lasciato, quanto vogliamo ancora bene loro, anche se se ne sono andate da tempo.
La giornata di oggi quindi è una festa dell'amore, dell'amore che c'è stato e dell'amore che rimane.
E per noi cristiani, è la festa dell'amore che verrà recuperato, come ci ricorda Gesù nel Vangelo di oggi: “questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell'ultimo giorno”.
 Anche se questo giorno è chiamato il “giorno dei morti”, in realtà è il “giorno dei vivi”: noi oggi non celebriamo il ricordo di persone scomparse che sono sparite per sempre, ma celebriamo la vita di esseri viventi che vivono in un'altra dimensione. È il loro corpo che ci ha lasciato, ma il loro essere continua vivo.
Il dolore che proviamo per la lontananza è la “bellezza collaterale della morte”, è segno che c'è stato amore. Se non ci fosse nessuna sofferenza sarebbe segno che non c'è stato neppure amore. È questo il destino paradossale dell'amore, quello del suscitare dolore nel momento della separazione, e proprio l'ineluttabilità di questo dolore è condizione dell'amore stesso. Non voler amare per non soffrire, è la cosa più triste che possiamo fare. Solo chi ama soffre. Chi non ama niente o nessuno, non sa cos'è il dolore, ma neppure cos'è l'amore.
 Infine la "bellezza collaterale della morte", oltre che a rivelarci la dimensione del nostro amore, ci rivela anche la grandezza della nostra fede.
Gesù ha vinto la morte. La morte non è l'ultima parola. Un giorno ci ritroveremo. Se così non fosse la vita sarebbe la più grande bugia, sarebbe tutta una farsa tipo teatro dell'assurdo.
Proprio perché sappiamo che esiste la nuova e vera vita futura, che questa nostra vita presente non è assurda ma è repleta di senso e bellezza.
 La nostra partecipazione alla celebrazione eucaristica di oggi, la visita al cimitero e la nostra preghiera sono il regalo più bello che possiamo donare ai nostri cari, è come dire a ciascuno di loro: non ti ho dimenticato, continuo a volerti bene.
E attraverso la comunione dei santi sentiremo nel cuore la dolcezza di ognuno di loro che ci dice: anch'io non ti dimentico, anch'io continuo a volerti bene.


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Riapre l’oratorio a Gretta

L'oratorio parrocchiale è un centro di aggregazione e formazione della comunità parrocchiale, principalmente dedicato ai giovani, che offre non solo attività di catechismo e spiritualità, ma anche ricreative e sportive. È un luogo dove i ragazzi possono incontrarsi, divertirsi e crescere in un contesto cristiano, attraverso laboratori, sport, giochi e momenti di socializzazione, diventando un punto di riferimento per la comunità e le famiglie.
 L'oratorio si apre il mercoledì dalle ore 16.00 alle ore 18.30 ed è già iniziato un corso di accompagnamento con la chitarra per chi vuol imparare a suonare questo strumento.
 Cerchiamo volontari (anche genitori) disposti a donare un po’ del loro tempo per questa iniziativa così importante e delicata.
Se ci saranno delle adesioni apriremo l’oratorio anche in altri giorni.

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APPUNTAMENTI

• Commemorazione dei fedeli defunti Domenica 2 novembre 2025, alle ore 15.30, presso la chiesa del Cimitero di Sant’Anna, il Vescovo mons. Enrico Trevisi presiede la Santa Messa in commemorazione dei fedeli defunti. 

• Veglia di San Giusto Domenica 2 novembre 2025, alle ore 20.30 nella Cattedrale di San Giusto, il Vescovo mons. Enrico Trevisi presiede la Veglia di San Giusto.

• • Festa di S. Giusto, patrono di Trieste Lunedì 3 novembre alle ore 10.00 in S. Giusto solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo e dai parroci della nostra Diocesi.

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3 novembre Festa di S. Giusto,
patrono della città e della Diocesi di Trieste.


Giusto era un cittadino di Aquileia, vissuto in epoca romana durante il regno di Diocleziano e Massenzio (inizio IV secolo) che aveva abbracciato la religione cristiana. All'epoca era già un reato non venerare l'imperatore di Roma, figuriamoci poi preferirgli addirittura il Padre di Gesù! A quei tempi il governatore romano locale Mannaccio aveva convocato i cittadini per comunicare loro l'ordine di testimoniare la propria fede agli imperatori romani rinnegando quella nel cristianesimo. Per chi non avesse obbedito c'era la morte. Quando chiamarono Giusto, lui non si comportò da nemico o da ribelle: lui era un suddito fedele dell'imperatore ma non poteva venerare le divinità romane, perché il suo Dio era un altro…
Per dargli modo di riflettere sulla situazione, se scegliere cioè la devozione a Dio o agli dei pagani, Mannaccio lo fece mettere in galera per qualche tempo. Giusto però non cambiò idea. La condanna a morte quindi divenne inevitabile. Mannaccio ordinò di buttarlo in mare davanti a Trieste, legato a pesi che lo trascinarono subito in fondo. Accadde allora qualcosa di prodigioso: le corde che legavano il corpo di Giusto si sciolsero e il corpo martire riemerse, finendo sulla spiaggia. Accorsero un sacerdote e un gruppo di cristiani, che lo seppellirono vicino al luogo del ritrovamento. Nel quinto secolo, su un'altura, il colle di San Giusto appunto, venne quindi costruita una basilica cristiana, dove venne trasferito il corpo del martire, che divenne poi patrono della città .


Da domenica 9 novembre ricominceranno gli incontri della domenica (ogni due settimane)  

“ Alla scuola dei Santi ”

Come la conoscenza e l’amore di questi nostri compagni maggiori della fede hanno amato il Signore nella varietà della loro concreta situazione di vita (religiosi, medici, politici, studenti, insegnanti, madri e padri di famiglia, ecc.).

Ogni figura di santo sarà portata da una coppia di laici e a seguire vi è la possibilità di condividere le impressioni e che esso ha suscitato in noi.

Quando si parla dei santi, il più delle volte si pensa a quelle grandi personalità del passato, particolarmente care a Dio e che a Lui dedicarono la vita, le fatiche missionarie, con Lui operarono prodigi e ebbero visioni mistiche singolari, alcuni per Lui testimoniarono fino a versare il proprio sangue.
La santità è invece qualcosa che riguarda tutti noi. Descrivere un santo solo nei suoi aspetti eccezionali, singolari, speciali, può essere affascinante quanto si voglia, ma rischia di non modificare di un centimetro la nostra posizione umana.
Dio però non ci dà dei santi per compiacere il nostro gusto estetico, ma per chiedere anche a noi, cioè e me e te che leggiamo queste righe, un radicale cambiamento, un’audace consegna di noi stessi al Signore.
Lasciamoci guidare da queste guide “speciali” nel cammino di santità che anche noi, ciascuno nel suo proprio, è chiamato a compiere.

Diceva s. Agostino, “Sii te stesso, ma sii perfettamente te stesso”

La prima figura che sarà proposta è quella del
Venerabile Giorgio La Pira (politico)

“ Come opera il cristianesimo nel mondo?
Al modo come l'artista opera sulla pietra che lavora: imprimendo in essa la luce e la bellezza ideale di cui egli è ripieno”




La solennità di tutti i santi e la commemorazione dei defunti sono due momenti importanti dell’anno liturgico. In particolare ci richiamano al senso ultimo della nostra vita, che è la comunione eterna con Dio, e ci ricordano il legame che c’è tra la Chiesa della terra e quella del cielo, tra noi e i nostri defunti. Un legame di fede ma anche di affetto e di reciproco aiuto. È la comunione dei santi. E Halloween? Senza dubbio è oggi una festa consumistica, importata nella forma attuale dagli Stati Uniti. È anche vero che i nemici della Chiesa, i satanisti e i seguaci dell’occulto se ne sono appropriati. Ma in origine era una festa cristiana, anzi cattolica.

Lo spiega il nome stesso nella sua etimologia. Hallows indica i santi e -een la vigilia (da evening, sera). Quindi la parola significa sera o vigilia dei santi. Come per ogni festa cristiana, anche quella di tutti i santi inizia la sera o la notte precedente. Scrive don Andrea Lonardo, già direttore dell’Ufficio catechistico della diocesi di Roma: «I cristiani – grandi maestri della gioia e del festeggiare – inventarono la festa dei santi (e la commemorazione dei morti) per celebrare il fatto che la morte era vinta e che il duro male era ormai sconfitto. Di questo dobbiamo parlare ai bambini, spiegando il nome Halloween». Prosegue don Lonardo, «i celti cattolici (gli antichi irlandesi) iniziarono a celebrare l’illuminazione della notte, le zucche che mettevano in fuga il male, il cielo che visitava la terra, i dolcetti che i morti portavano ai loro discendenti come segno del loro amore sempre presente e della loro intercessioni per i loro cari presso Dio, la sconfitta del male».
Cosa fare, allora? Forse è il caso che noi cattolici ci riappropriamo di Halloween, svincolandoci per quanto possibile dai legami consumistici e spiegando ai nostri ragazzi la comunione che ci lega ai nostri defunti e a tutti i santi. Non trascurando una visita e una preghiera al cimitero

Novembre: il mese dei morti


Novembre è considerato il mese dei morti perché è il periodo in cui si onorano i defunti con visite ai cimiteri, preghiere e rituali, anche a causa della progressione dell'oscurità e del declino della natura. La ricorrenza principale è il 2 novembre, giorno della Commemorazione dei fedeli defunti, celebrata subito dopo la solennità di Ognissanti.
In questo mese si svolgono anche altre celebrazioni e tradizioni in diverse parti del mondo.
Visita ai cimiteri: È usanza recarsi ai cimiteri per deporre fiori e lumini e pregare sulle tombe dei propri cari.
Momenti di riflessione: Novembre può essere un'occasione per riflettere sulla vita, sulla morte e sulle relazioni, ricordando chi non c'è più.  
Indulgenza plenaria: Per ottenere l'indulgenza plenaria per i defunti, è necessario recarsi in un cimitero (dall'1 all'8 novembre) o in una chiesa (nei giorni 1 e 2 novembre, a partire da mezzogiorno del 1°).
È fondamentale compiere le quattro condizioni richieste: confessione, comunione eucaristica, preghiera secondo le intenzioni del Papa (es. "Padre Nostro" e "Credo") e distacco dal peccato, anche veniale.
 È possibile lucrare l'indulgenza plenaria una sola volta al giorno e applicarla a un solo defunto. Le condizioni (Confessione, Comunione e preghiera) devono essere compiute per ogni singola indulgenza, tranne la confessione che può essere fatta una volta per lucrare più indulgenze.
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LETTERA PASTORALE DEL VESCOVO


 In chiesa si può ritirare la lettera pastorale del nostro Vescovo che porta il titolo: “Ha cura di voi” (1 Pt 5,7), nella quale indica le linee operative per il nuovo anno pastorale. La lettera offre numerosi spunti di riflessione che partono dalla Sacra Scrittura e dal Magistero della Chiesa.
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“Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce” (Salmo 34,7). Facciamoci strumenti della Provvidenza di Dio. Non dimentichiamo che il povero ha bisogno, apriamo il nostro cuore e doniamo con generosità.
Al centro della chiesa c’è sempre il raccoglitore di offerte e di generi alimentari.
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INVITO ALLA LETTURA

Cosa c’è di più utile e riposante di una buona lettura?

Anche l’anima ha bisogno di essere alimentata con letture di testi di autori ricchi di sapienza.
 Se prendiamo, per fare un’ esempio, la spiritualità carmelitana, troviamo “cibo solido” per nutrirci e vivere la nostra la fede.
 In chiesa c’è un’esposizione di alcuni libri che si possono acquistare.
Buona lettura!









PRODOTTI CARMELITANI

Erboristeria carmelitana - 
Fin dal 1710 I Carmelitani Scalzi producono la Melissa, estratta dall’omonimo fiore, le cui proprietà medicinali sono riconosciute e apprezzate. 
Accanto all’acqua di Melissa sono stati affiancati altrri prodotti con le medesime proprietà. 
Chi desidera acquistare si rivolga in sacrestia dove può trovare anche liquori di erbe su ricette dei Carmelitani. 
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La vita in Parrocchia: Alla pagina EVENTI vengono riportati articoli e foto della vita in parrocchia


Orari  SS. Messe

Feriali

7:00 - 8:30 - 18:00

Festivi

7:30 - 9:00 - 10:30 - 19:00

Preghiamo insieme

Vi invitiamo a fare click sull' immagine sottostante per pregare insieme a noi.



Grest

"Sarebbe bello se lo facessimo anche noi". Sono le parole di un gruppetto di ragazzi che, qualche anno fa, seguivano con meraviglia i canti ed i balli del Grest. Proposti quasi per caso hanno segnato l'inizio di una svolta, di un nuovo modo di vivere l'estate, ... 
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Cenni storici
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